‘Sé quién soy, y a donde voy ya nunca se me olvida’
Rosalía canta in andaluso, la lingua storica del flamenco.
Lei, catalana di nascita, sceglie questa lingua scatenando le ire degli unionisti, dicendo a tutti che non gliene frega nulla. Né si esprime in merito alla questione dell’indipendenza catalana.
Le sue movenze, la voce calda e leggermente rauca, il nude-look rimandano ad una elegante e naturale sensualità, che l’avvicinano più ad una ballerina di flamenco, che ad una cantante Trap.
Lo stile musicale di Rosalía, infatti, è assolutamente nato con lei. Una mescolanza di suoni armonici che derivano dal flamenco con quelli ritmici della trap: il risultato è una ballata voluttuosa.
Ha svecchiato l’idea che si ha del Flamenco – che “vecchio” non è mai stato, ma comunque ancorato al folklore classico spagnolo; l’ha reso innovativo, avvicinandolo alle nuovissime generazioni.
Canta l’indipendenza femminile, le comunità gitane, la Spagna rurale e il non riuscire a gestire le emozioni, negative e positive, quando si ama.
L’anima andalusa viene da lontano: ha iniziato a studiare flamenco in giovane età, pur non essendo né di quella regione, né gitana; proprio come la questione della lingua, anche la comunità gipsy si è accanita contro di lei, additandola come “paya”– ovvero una che si appropria di una cultura non sua per snaturarla.