Yohji Yamamoto, il designer che ha inventato lo Sportswear Sartoriale.
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«La moda era diventata noiosa. […] All’epoca gli uomini d’affari di New York avevano iniziato a indossare sneaker insieme ai loro completi. Era strano ma anche incredibilmente affascinante, un ibrido». Yohji Yamamoto

Insieme a Rei Kawakubo e Issey Miyake ha riscritto il lessico dell’Haute Couture.

Quali atmosfere e suggestioni doveva offrire Tokyo negli anni ’70, per aver fatto esplodere i tre talenti che hanno cambiato la struttura della moda, invitando il mondo a riflettere su nuove possibli silhouette,  architetture applicate agli abiti, strutture illusorie che si trasformano in volumi e materie?

Stiamo parlando dei tre desinger made in Tokyo: Yohji Yamamoto, Rei Kawakubo e Issey Miyake.

Yohji Yamamoto and Rei Kawakubo

Leggi Anche: “Le creazioni di COMME des GARÇONS che hanno anticipato il futuro.”

e “L’alfabeto ‘dell’Artista Eterno’ Issey Miyake.” su Pluriverse.

In questo editoriale ci concentreremo su Yohji Yamamoto, il sarto che ha inventato lo streetwear d’autore e rielaborato una nuova eleganza, cosmpolita e urbana.

Yamamoto fa il suo ingresso nel mondo della moda nel 1970, dopo aver conseguito una laurea in legge, e completato gli studi presso il famoso Bunkafukuso Gakuin, l’istituto di design più importante di Tokyo.

La sua carriera si concentra principalmente sul design di abiti femminili, nonostante le sue incredibili doti manuali ed artigianali lo facciano essere estremamente versatile; nel 1977 presenta la sua prima collezione sotto l’etichetta Y’s, nome che manterrà come seconda linea della maison; insieme a Rei Kawakubo, disegna la prima linea di prêt-à-porter donna e, qualche anno dopo, i due iniziano a sperimentare nuove forme, volumi e proporzioni, aprendo la strada alla moda decostruita.

Nel 1984 Yohji lancia la sua linea maschile, seguendo le stesse regole sperimentate per la nuova estetica femminile: tessuti naturali, come la lana e il cotone, modellati e manipolati in forme scultoree pure, che mostrano incredibili tecniche di modellistica e sartoria.

L’invenzione dello Sportswear Sartoriale.

Dopo aver attinto abbastanza ispirazione dallo streetstyle di Tokyo, Yohji Yamamoto inizia ad interessarsi agli yuppies americani, ai giovani azionisti di Wall Street, ai grintosi business man e le donne in carriera di Milano, Parigi e Londra. 

Osserva il loro stile elegante, mescolato con il casual e lo sporty style, per affrontare le stressanti e lunghe giornate lavorative, in lungo e largo le capitali economiche del mondo.

L’importanza del colore nero, lo stile genderless prima che diventi un trend globale (diverse volte ha scelto modelle donne per le sfilate maschili), la miscela tra fascino erotico e austerità, fanno apprezzare il suo marchio anche nell’Occidente industrializzato: uomini e donne d’affari indossano le camicie bianche Yamamoto in abbinata agli abiti di colore nero, in quanto esprimono un certo potere economico, raffinatezza e conformismo.

Yamamoto diventa uno Status Symbol.

«La moda era diventata noiosa. […] All’epoca gli uomini d’affari di New York avevano iniziato a indossare sneaker insieme ai loro completi. Era strano ma anche incredibilmente affascinante, un ibrido».

Yoshij Yamamoto in Tokyo, 1981

Nel suo approccio, si dimostra eccezionalmente sensibile alle tendenze contemporanee, intercettando perfettamente cosa la gente desidera indossare per sentirsi pienamente a suo agio, seppur applicandovi i codici “severi” e rigorosi del suo linguaggio stilistico.

“Se la moda di una stagione è interessante o meno non dipende dagli stilisti che l’hanno creata, ma da chi la vede e la compra”.

Sperimenta, tra gli anni ’90 e gli anni 2000 una nuova narrativa d’eleganza intellettual-minimale, che prevede una miscellanea di capi sartoriali curati al millimetro – realizzati con tessuti di altissima qualità – applicati a silhouette di rimando al mondo dello sport: pezzi essenziali da indossare con disinvoltura, sia con vestito gessato, che con un paio di sneakers.

La nascita di Y-3

Y-3 FW 2008

Nel 2000 Yohji Yamamoto contatta Nike proponendogli una collaborazione, la risposta da parte del marchio è lapidaria: “Grazie signor Yamamoto, ma non faremo alta moda, ci interessa solo l’abbigliamento sportivo”.

Qualche tempo dopo, il designer giapponese telefona l’altro suo brand preferito: adidas.

A differenza di Nike, il brand con le tre strisce accetta immediatamente, in un periodo in cui questo tipo di collaborazione sarebbe stato uno shock per l’industria e per la fanbase più affezionata al marchio.

Con la collezione FW 2003, avviene la prima collaborazione della storia tra un designer di alta moda e un marchio di abbigliamento sportswear.

Il nome del brand racchiude l’essenzialismo giapponese: Y-3.

Y-3 è una collaborazione rivoluzionaria, che bilancia due codici estetici distanti anni luce tra loro, ma che nonostante lo scetticismo iniziale, conquista tutti.

Le collezioni devono sempre fare da contrappeso tra le parti, evitando che nessuna prevarichi sull’altra: se ci sono troppe strisce, il tocco del designer viene nascosto; al contrario; se prende il sopravvento, l’immagine di adidas potrebbe soffrirne.

Il risultato di questo equilibrismo stilistico sono pezzi dal taglio oversize, felpe con cappuccio essenziali, di rimando all’estetica giapponese, abiti mix-and-match tra sport e haute couture, blazer con generose disseminazioni del logo Y-3 e le tre strisce.

Entro la metà del 2000, Y-3 è già in vetta alle vendite del mercato; apre il suo primo store nel West Village di NY a cui seguiranno altri in giro per il mondo.

Come ha scritto Vogue in occasione della collezione Y-3 AW2017:

“Naturalmente, la raffinata formula Y-3, ora utilizzata da adidas e da altri marchi sportivi, è sorprendente: incrociare il marchio di fama mondiale con un marchio che si sente solo tra il pubblico alla moda.

Di conseguenza, abbiamo un marchio che si distingue perché ha un piede nel mondo dell’alta moda e l’altro nell’abbigliamento sportivo accessibile e familiare a tutti. ”

La label anticiperà le future collab di adidas con Raf Simons e Rick Owens, quanto quella fra Jun Takahashi e Nike.

Scopri la nostra selezione streetwear e sneakers Y-3 nei nostri store Black Box e su blackboxstore.com

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