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Love, Peace, Joy: il primo show Louis Vuitton by Pharrell Williams.
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Sono decisamente lontani i tempi in cui un ragazzo di Rockford laureato in Architettura destrutturava le silhouette delle iconiche Louis Vuitton Bags per farle diventare qualcosa di mai visto prima. Ora, l’obiettivo è solo generare introiti da capogiro e pseudo designer che non osano, o non sanno osare, oltre ciò che vuole il pubblico Mainstream.

La prima sfilata di Pharrell a Parigi è stata un One Man Show con un po’ di gente famosa intorno.

È indubbio, l’elemento con cui si è dovuto confrontare Williams, sin dall’annuncio del suo ruolo come direttore artistico della linea uomo della Maison Vuitton, è stato il confronto con Sir. Virgil Abloh.

Il peso culturale che ha dovuto affrontare è stato raccogliere l’eredità di colui che ha disegnato la vittoria estetica del brand e che ha (ri)scritto un nuovo capitolo del lusso afroamericano.

Williams non è uscito indenne dal confronto, ma ancora più toccato è stato il sistema LVMH; l’unica cosa che ha salvato il neo-designer e musicista dalla gogna è stato il suo Ego. Un egocentrismo che l’ha tenuto a galla e che, a testa alta, gli ha permesso di fare ciò che voleva, con il benestare di tutti.

La prima sfilata Louis Vuitton Man by Pharrell Williams è stata pompata a dovere, come impone il mondo degli Hyperbeast; tutti gli ospiti e amici del cantante hanno contrinuito ad aumentarne l’Hype: Riri con la pancia da fuori e lo sguardo greve insieme ad Asap Rocky, Beyoncé splendida come non mai, mano nella mano con Jay-Z, che non ha esitato a fare un back to back con Pharrell, per non farci mancare nulla. E ancora Zendaya, Tyler the Creator, Jared Leto, Naomi Campbell e la mitica Catherine Deneuve, solo per citarne alcuni.

Love, Peace, Joy: questo il tema scelto per il Fashion Show sulle rive della Senna, in prossimità del Pont Neuf, correlato in passerella da un manta ripetuto a loop dal coro gospel Voces of Fire.

La collezione, partorita dal più grande gruppo della moda di lusso, è stata fabbricare decine di borse damier e di Keepall in diversi colori brillanti e caldi, in tema con l’estate, con la beffeggiante e poco utile dicitura: “Man’s Bag”; lontana dall’offrire una qualsiasi interpretazione diversa dello statement della Maison, osando nuove forme o anche solo offrendo un ragionamento che non si limitasse all’adattamento di qualcosa già visto sul prodotto.

La collezione Vuitton Man by Pharrell si adatta a qualsiasi streetwear visto negli ultimi 30 anni, con un tocco ipnotico di 8bit su giacche e scarpe stile Kickers; Varsity Jacket ma questa volta con logo LV in perla.

La visione del cantante non è emersa come accade nella sua musica, il messaggio non è rimasto integro ma divisorio tra bianchiancora – e i neri, a cui sembra unicamente destinata questa collezione.

Sono decisamente lontani i tempi in cui un ragazzo di Rockford laureato in Architettura, con master in Design, destrutturava le silhouette delle iconiche Louis Vuitton Bags e delle Sneakers con effigie LV per farle diventare qualcosa di mai visto prima.

Ora, l’obiettivo è solo generare introiti da capogiro e pseudo designer che non osano, o non sanno osare, oltre ciò che vuole il pubblico Mainstream.

Riprovaci ancora (a fare musica) Pharrell!

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