Le creazioni di COMME des GARÇONS che hanno anticipato il futuro.
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Definire Rei Kawakubo “solo” una rivoluzionaria sarebbe un grossolano eufemismo: lei ha letteralmente riscritto da sola il significato dell’avanguardia nella moda, creando un intero universo stilistico che offre “comfort a chi lo indossa, ma disagio a chi lo guarda”.

Tutte le volte che Rei Kawakubo ha cambiato la prospettiva della moda.

È davvero sorprendente ciò che è riuscita a fare Rei Kawakubo nel corso della sua carriera come ceo e designer di Comme des Garçons.

Dalla fondazione del marchio, avvenuta nel 1969, è rimasta fedele alle sue radici stilistiche, territoriali, giuridiche in un’epoca in cui le maison di moda passano in modo febbrile da un designer all’altro, oppure anelano alle acquisizioni multimilionarie da parte dei colossi dell’industria mondiale.

Definire Kawakubo “semplicemente” una rivoluzionaria sarebbe un grossolano eufemismo: lei ha letteralmente riscritto da sola il significato dell’avanguardia nella moda, creando un intero universo stilistico che offre “comfort a chi lo indossa, ma disagio a chi lo guarda”, come l’ha definito lei stessa.

Le creazioni di Comme des Garçons hanno ispirato chiunque, da Karl Lagerfeld a Marc Jacobs, da Gosha Rubchsinskiy a Tao Kurihara, da Junya Watanbe a Jacquemus: intere generazioni di designers che hanno venerato il genio visionario schivo e riservato che quasi si nasconde dietro il nome altisonante del suo marchio, Rei Kawakubo.

In questo piccolo viaggio, ci immergiamo nei sensi dell’alchimia dell’opera oscura di Kawakubo per scoprire tutti i primati che le appartengono, e che l’hanno definita come una delle designer più innovative al mondo.

Ha introdotto l’estetica Non-Binaria.

Per la collezione Primavera Estate del 1995, in netto anticipo rispetto ai tempi, COMME des GARÇONS ha presentato una nuova collezione sartoriale di “Androginia di Genere”, scatenando le critiche più accese per via dell’apparente asessualità dei modelli in passerella.

Ciò ha consentito ad aprire la strada al no-gender nell’alta moda.

Ha ideato i vestiti “Incompiuti”.

Kawakubo ha inaugurato la narrazione del decostruttivismo già nel 1986, circa un decennio prima di Martin Margiela, considerato il designer della moda decostruttivista per eccellenza.

La collezione che ha dato inizio al concept “dell’anti-moda decostruttivista” è stata la COMME des GARÇONS Primavera Estate 1992 SS92: un insieme di illusione, ornamento, spettacolo e genialità stilistica. In quella occasione la designer dichiarò a Vogue Giappone:

“Volevo tornare all’inizio e mostrare che il prodotto finito non è più quello che interessa.

Quando gli abiti sono nel bel mezzo della costruzione, c’è sempre la domanda su cosa viene dopo”.

Ha trasformato il Grunge da anti-fashion a iper-fashion

Sei mesi dopo l’iconica collezione Grunge di Perry Ellis che costò a Marc Jacobs il licenziamento dal marchio americano, Rei Kawakubo rispose rapidamente con la propria visione personale.

La sfilata Comme des Garçons Fall 1993 fu un tripudio di flanella, trasparenze e sovrapposizioni surreali: una collezione che consolidò Kawakubo come icona dell’estetica decostruttivista, che può far tutto, anche rivisitare uno stile apparentemente lontano dal suo, come quello Grunge ed essere assolutamente credibile.

Ha inventato l’outfit monocromatico.

Con la collezione “Destroy” del 1982, COMME des GARÇONS ha inaugurato la stagione eterna del look total black, cambiando radicalmente la moda nel suo complesso.

Prima di allora erano stati creati outfit di un unico colore, chiaramente, ma la prima collezione interamente monocromatica nera è un primato che appartiene solo a Rei Kawakubo.

La collezione Destroy scosse il mondo della moda nel profondo, e affermò la stilista giapponese come pionerista assoluta, tanto che la stampa francese definì lei e la sua collezione “Hiroshima chic”: una sorta di bomba atomica che scosse in modo elegante l’industria della moda.

Da allora, il brand ha spesso riproposto l’anti colore nelle sue collezioni, lavorando costantemente per reimmaginare il nero in nuovi contesti, trasformandolo in modo sempre diverso.

Ha aperto la strada alle silhouette iper-voluminose.

Per la collezione Autunno / Inverno 1981, Kawakubo immaginò proporzioni over-size, silhouette a palloncino, maniche extra voluminose che avvolgevano il corpo accarezzandolo delicatamente.

La visione radicale e spesso spiazzante della moda d’avanguardia di COMME des GARÇONS ha sempre cooptato proporzioni insolite, tecniche decostruzioniste e silhouette estremamente audaci che hanno ispirato, e continuano a farlo – intere generazioni di designers.

Ha inaugurato il primo pop-up store della storia.

Il Pop-up store non si può considerare una tendenza temporanea della moda, ma un vero e proprio fenomeno di marketing ormai radicato nella cultura moderna, adottato ormai da tutti.

Se ti stai chiedendo da dove arrivi il temporary shop, la risposta è – ça va sans direCOMME des GARÇONS.

Nel 2004 Kawakubo aprì il primo Pop Up store della storia a Berlino, con l’intento di lanciare una campagna di guerrilla marketing che fosse impattante e facesse parlare di sé.

L’idea della designer era quella di aprire temporaneamente diversi store in aree decentrate e ancora poco conosciute della capitale tedesca, nei quali vendere le collezioni delle stagioni passate – oltre alle nuove, in una sorta di outlet ante-litteram.

Quello stesso anno, CdG aprì la prima sede di Dover Street Market, lo store muti-brand che a sua volta ha trasformato il concetto stesso di retail.

Ha cambiato il mercato del Vintage

Le creazioni Comme des Garçons uniscono passato, presente e futuro insieme.

Essendo atemporali, i capi possono avere 10 o 20 anni ed essere perfettamente attuali: questa peculiarità ha scatenato una richiesta continua da parte del mercato, senza distinzione tra collezioni del passato rispetto alle quelle attuali, con un conseguente continuo commercio del brand, anche quando la moda vintage non era nemmeno contemplata.

Ha fatto sfilare Jean-Micheal Basquiat.

Kawakubo era talmente affascinata dalla capacità di Basquiat di far emergere la sua personalità artistica attraverso gli abiti che indossava, che chiese al writer e pittore americano di sfilare per la sua collezione Primavera/Estate 1987.

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