Celebriamo lo stilista giapponese attraverso il lessico del suo stile all’avanguardia.
Si è spento il 5 agosto 2022 il designer pioniere della sperimentazione giapponese Issey Miyake.
Definito il “Sarto del Vento”, Miyake ha ridefinito le geometrie e l’uso dei colori, per creare un’estetica leggera e minimalista.
Per la sua cifra stilistica, autentica e riconoscibile, ha meritato l’appellativo di ‘artista eterno’.
Lascia un patrimonio inestimabile, fatto di creazioni dalle forme studiate al millesimo, pensate per esprimere un equilibrio perfetto tra forma e colore.
Ecco l’alfabeto che ha definito il suo lessico personale, unico.
David Bowie in una creazione Issey Miyake, 1973. Foto: Masayoshi Sukita
A di A-Poc (A Piece of Cloth)
A-Poc è una seconda linea Miyake nata nel 1998, che ha letteralmente rivoluzionato il processo di creazione degli abiti, inaugurando un dialogo tra chi crea e chi li indossa.
Ha introdotto nel mondo della moda un nuovo modo di concepire il design, interrogando sia gli ingegneri preposti alla progettazione, sia gli indossatori e i clienti.
B di Body
Body Series è una collezione di abiti scultorei prodotti dal designer giapponese tra il 1980 al 1985.
Essi prevedevano l’utilizzo di una serie di materiali all’avanguardia mai utilizzati prima nell’industria tessile, come plastica, resine sintetiche, rattan, fili metallici, strutture in alluminio.
Una rivoluzione a cui faranno riferimento intere generazioni di designer.
C di Collaboration
La carriera di Miyake è stata costellata da diverse collaborazioni, alcune davvero leggendarie con i più grandi artisti, designer e creativi del mondo.
Tra questi, ricordiamo: Irving Penn, Ikko Tanaka, Shiro Kuramata e Ron Arad, e più recentemente con i marchi di design Artemide e Iittala.
Tuttavia, il designer ci ha sempre tenuto a sottolineare che i suoi veri collaboratori sono coloro che indossano i suoi abiti.
“Disegnare abiti non è un lavoro solitario, ma richiede la collaborazione di molte persone”
D di Dance
Sul finire degli anni ‘80, un amico francese di Issey vide alcune sue opere fatte di pieghe e plissè, e suggerì allo stilista di realizzare una collezione dedicata al balletto, in quanto sarebbero state perfette per la danza.
Miyake disegnò i costumi per la Frankfurt Ballet Company di William Forsythe, con pieghe in poliestere tricot per la rappresentazione di The Loss of Small Detail nel 1991.
Le pieghe del tessuto a maglia permettevano di assecondare l’intensità dei movimenti dei ballerini e di trasformare i loro corpi in qualcosa di leggero e vanescente. L’effetto visivo fu così impattante e bello, che Miyake decise di sviluppare una collezione anche per la gente comune. Nel 1993 nacque Pleats Please.
E di East Meets West
Mikaye si è sempre definito a cavallo tra due culture, orientale e occidentale.
Cresciuto con i primi film Hollywoodiani esportati in Giappone, la sua cultura è stata influenzata dall’estetica americana, nonostante sia stato sempre orgogliosamente nipponico.
Lo stilista ha anche spiegato che, lavorando a Parigi negli anni Sessanta, ha scoperto che quello che doveva essere uno svantaggio – la sua mancanza di eredità occidentale – poteva in realtà essere un vantaggio.
Si è così affermato come un punto di incontro tra Oriente e Occidente, titolando la sua monografia “East Meets West” – Heibonsha Ltd., 1978, vaticinando come negli anni le due culture si sarebbero fuse sempre di più in un unico linguaggio stilistico.
F di Fragrance
Ricorderemo Miyake anche per le sue iconiche fragranze. La prima, L’EAU D’ISSEY, del 1992, prende ispirazione dalla visione del designer di trasformare l’acqua in qualcosa di materiale, fruibile.
Sviluppate secondo gli stessi principi del design dell’abbigliamento, queste fragranze sono state studiate nei minimi dettagli dal Miyake Design studio e dal Beaute prestige International di Parigi sono, tutt’oggi, profumi intramontabili.
G di Graphic Design
Uno dei più noti collaboratori dello stilista giapponese è stato il graphic designer e art director Ikko Tanaka, creatore anche dell’immagine grafica di Muji.
Tra le centinaia di copertina di libri ai quali Tanaka ha lavorato, c’è anche l’innovativo volume di Issey Miyake “East Meets West” del 1978.
L’art ha anche creato tutta la campagna pubblicitaria di Pleats Please tra il 1994 e il 1997.
I due hanno collaborato fino alla morte di Tanaka, avvenuta nel 2002. Più tardi nel 2016, lo stilista ha reso omaggio al suo amico con la serie “Ikko Tanaka Issey Miyake”, un poster del 1981 creato per una performance di danza giapponese all’Università della California, e il poster The 200th Anniversary of Sharaku del 1995.
H di Hiroshima
Miyake, come quasi tutti sapranno, è nato a Hiroshima.
Come molti della sua generazione, ha sempre voluto evitare di parlare della bomba atomica e rifuggito la definizione di “Pikadon” ovvero una persona che è stata traumatizzata dall’intenso lampo di luce al momento dell’esplosione dell’atomica.
Tuttavia, ha voluto raccontare la sua storia per sensibilizzare le generazioni future, e incitare l’umanità verso il dialogo e alla pace.
Nel 2009, lo stesso Miyake scrive all’allora presidente degli Stati Uniti Obama, chiedendogli di visitare Hiroshima. La visita ci è stata solo nel 2016, e questo è stato merito suo.
I di Irving Penn
Da studente negli anni ’60, Miyake ha sempre ammirato il lavoro fotografico di Irving Penn su Vogue.
I due hanno iniziato a lavorare insieme nel 1986 e nel 1999 hanno pubblicato una delle monografie di moda e fotografia più belle dell’era moderna: “Irving Penn Regards Issey Miyake”.
Le fotografie sono direttamente collegate ai celebri studi etnografici di Penn, così come i modelli riflettono l’interesse di Miyake per una cultura globale.
J di Joy
Ciò che ha sempre contraddistinto il lavoro di Miyake è stato un inguaribile ottimismo, ravvisabile anche nelle sue interviste. Lo stilista ha adottato una mentalità positiva, che ha espresso nelle sue creazioni sotto forma di colori vivaci e silhouette ironiche.
“Quando la gente mi chiede cosa faccio, dico che faccio la felicità”. Issey Miyake
K di Kuramata
Negli anni Settanta, Miyake individuò nel giovane designer Kuramata un importante talento, e gli chiese di progettare il primo negozio Issey Miyake di Tokyo, nel 1976.
Kuramata propose di stendere gli abiti su superfici piane, progettando un tavolo in lamiera di alluminio a nido d’ape con una superficie in legno che sporgeva dalla parete, che sembrava galleggiare senza alcun mezzo di sostegno visibile.
Nel corso di un decennio e mezzo, Kuramata ha progettato più di 100 interni per Miyake.
In occasione della mostra Shiro Kuramata Ettore Sottsass, nel 2011, Miyake ha dichiarato: “il mio lavoro non sarebbe stato lo stesso se non avessi incontrato Kuramata sul mio percorso”.
L di Light
IN-EI, termine giapponese che in inglese significa ombra o sfumatura, è una collezione di lampade sviluppata da Miyake in collaborazione con il produttore italiano Artemide.
Le forme pieghevoli di IN-EI sono strutturate in modo da rendere la luce diffusa e graduale, mentre il tessuto è in poliestere, interamente ricavato da bottiglie in PET riciclate.
M di Materials
Il Miyake Design Studio è sempre stato promotore di sperimentazioni su materiali alternativi e sul tema del riciclo. Il team ha lavorato con nuovi materiali, naturali o sintetici, per trovare il modo di renderli più morbidi, lucidi o strutturati.
Il risultato di questa lunga ricerca, ha portato alla scoperta e l’utilizzo di tessuti plastici e altri materiali mai utilizzati nell’industria dell’abbigliamento, come materia prima di creazione, inaugurando una vera rivoluzione nel campo del texile design.
N di Noguchi
Noguchi è un famoso architetto giapponese progettista del Ponte della Pace, un monumento commemorativo per le vittime di Hiroshima.
Miyake ha sempre ammirato il suo lavoro, studiando le sue creazioni nei minimi dettagli.
Quando, nel 1965, si trasferì a Parigi per intraprendere una carriera nella moda, una delle poche cose che portò con sé fu una foto di Noguchi.
Nel 1997 finalmente coronò il sogno di una vita, con la mostra, Arizona: Isamu Noguchi and Issey Miyake, che comprendeva sculture e lampade di Noguchi. La mostra esaminava l’intersezione tra la cultura americana e quella giapponese, ma era anche, in parte, un tributo al suo mentore.
O di Origami
All’età di 72 anni, Issey ha realizzato una collezione incredibile chiamata “Origami 132 5“.
La capsule consisteva in abiti realizzati con la stampante 3-D in tessuti sostenibili, ricavati da bottiglie di plastica riciclata. L’assoluta innovazione è data dal fatto che proprio come un origami, questi abiti si potevano ripiegare varie volte su se stessi, creando nuove geometrie.
P di Pleats
Quando Miyake iniziò a lavorare al progetto Pleats, invece di concentrarsi sul modo in cui gli abiti venivano realizzati, pensò a come venivano utilizzati. Voleva creare capi leggeri da indossare e lavare.
Alla fine degli anni ’80, iniziò una ricerca sulla plissettatura, continuando a ricercare una nuova tecnica di piegatura del tessuto basata sulla tecnologia e sull’ingegneria moderna, realizzando un prodotto mai creato prima nell’industria della moda, né altrove.
Q di Quotes
R di Reality Lab
“Il compito del design è quello di trasformare i concetti in realtà”
Il Reality Lab è un laboratorio fondato nel 2007 con un team di 11 membri, composto sia da giovani sperimentatori che da ingegneri veterani.
La prima collezione creata dal laboratorio è stata la collezione 132 5, del 2010, il cui nome numerico indicava come i pezzi si muovessero attraverso vari livelli di dimensionalità.
S di Skin
Parte della collezione autunno-inverno 1980, Plastic Body è stata la prima opera della serie Body di Miyake, uno sforzo quinquennale per sfruttare varie tecnologie tradizionali e moderne per trasformare l’abbigliamento in un mezzo scultoreo.
Realizzato in plastica rinforzata con fibre stampate, Plastic Body è una pelle sintetica standardizzata da indossare come seconda pelle da indossare.
T di Tattoo
Nel 1971, il designer ha presentato a New York la collezione “Tattoo”, ispirandosi ai tradizionali tatuaggi giapponesi, che storicamente vengono realizzati come un omaggio ai defunti.
In questo caso, i tatuaggi di Miyake erano in memoria degli eroi della musica come Jimi Hendrix e Janis Joplin.
U di Ufo
L’abito multicolore Flying Saucer di Miyake, quando viene indossato, diventa un bozzolo scultoreo che si adagia intorno al corpo; quando viene riposto, ha la forma di un disco a piu strati, piegato su se stesso.
Il concetto rende omaggio allo scultore americano Isamu Noguchi, al quale Miyake attribuisce il merito di avergli insegnato tutto ciò che sa su spazio e proporzioni
V di Volume
Trasformare le superfici in volumi è sempre stato l’obiettivo di Miyake.
Il suggestivo poster per la collezione primavera-estate 1987 fotografato da Irving Penn e disegnato da Ikko Tanaka, presenta l’impermeabile Balloon e il berretto di cotone Bird’s Beak.
Una collezione strutturata sul volume, che è entrata nella storia della moda.
W di Water
Waterfall Body è un corpetto creato parzialmente da tessuto a maglia e silicone, drappeggiato su un manichino e lasciato ad indurire in una forma che ricorda l’acqua che scorre.
Le ispirazioni acquatiche sono sempre state comuni nell’opera di Miyake: la curiosità per l’elemento acqua, ha spiegato lo stilista, è personale.
X di XXIc
Curata da Issey Miyake, la mostra XXIst Century Man del 2008 al 21_21 Design Sight di Tokyo ha presentato il lavoro di 11 architetti, designer e artisti, tra cui Isamu Noguchi, Ron Arad, Nendo, Dai Fujiwara + Issey Miyake Creative Room e Yazou Hokama, oltre al proprio, per esplorare l’ambiente e le nuove tecnologie.
Y di Yokoo
Yokoo è un artista noto per aver portato le influenze del pop e della psichedelia nell’arte giapponese.
Ha incontrato il designer nel 1971 a New York, in occasione della prima mostra internazionale del lavoro di Miyake alla Japan Society.
A partire dal 1977, Yokoo ha disegnato gli inviti per tutte le mostre parigine di Miyake, oltre a creare stampe per varie collezioni.
La mostra del 2005 Issey Miyake Paris Collections 1977-1999: Invitations by Tadanori Yokoo ha presentato i risultati di questa collaborazione creativa, lunga e proficua.
Z di Zoomorphic
Miyake ha sempre osservato con grande curiosità il mondo animale, e basato molte sue silhouette iconiche su animali come scimmie, rondini o stelle marine.
La sua collezione Zoo A-POC dell’autunno-inverno 2001, ad esempio, ricorda animali stravaganti che non si trovano in nessun’altra parte del mondo.
Altri animali della collezione sono un polipo, una scimmia, un orsacchiotto e una pantera.