1) Elephant print – 2) Cement
Introdotto per la prima volta nel 1988, il pattern l’elephant print è stato ideato per le Air Jordan 3 con l’intenzione di distinguere la linea signature da tutte le altre. La 3 elephant print è stata la prima sneakers performante a incorporare sulla propria tomaia una stampa animale: un dettaglio stilistico, o “vezzo”, che l’ha fatta entrare di diritto nell’olimpo delle scarpe da basket più amate di sempre.

Come materiale di base, la texture è stata inserita come uno dei tanti elementi che verranno nella Jordan Elements Series e che verrà riproposto sotto varie declinazioni e varianti, fino a oggi. Uno dei modelli più ricercati di sempre sul quale è stato apposto l’iconico pattern è Nike Air Max 1 Atmos Elephant del 2007.
Chiamata anche Cement, questa stampa è diventata uno dei motivi più riconoscibili di Nike; presenta una grigio fumo chiaro e sovrapposizioni più scure che creano un disegno che ricorda le venature della pelle d’elefante o, a seconda di chi guarda, le venature del cemento spaccato.

3) Metallic
Quando, nel 1986, Jordan brand rilasciò un pack Air Jordan con swoosh rosso, viola, verde e blu metallizzato, i fan puri della prima ora ci misero un po’ ad apprezzare la colorway. Eppure, con il tempo, il pack metallic è diventato uno dei più iconici del brand, apposto sulle silhouette più svariate. La colorazione Air Jordan 1 “Metallic Red” è stata riproposta nel 2009 e solo nel 2016 sono state riproposte tutte le altre colorazioni, una di queste è questa Air Jordan 1 Retro High OG “Metallic Navy”.
L’effetto specchiante dello Swoosh e dei dettagli sono stati ripresi anche su dunk e air force 1, senza trascurare la scarpa metallic per eccellenza: le air max 97 silver.


10) Safari Print
Uno dei motivi più iconici di Nike è probabilmente la stampa Safari, disegnata dal geniale designer Tinker Hatfield nel 1987. La safari print era il motivo che decorava la nuova silhouette di Hatfiled, la Nike Air Safari 87, una sneakers pensata per la moda, piuttosto che per lo sport: concetto che all’epoca era ancora un tabù.
Come spesso è avvenuto in precedenza, l’ispirazione a Tinker Hatfield per creare questo pattern è arrivata in modo improvviso: in un negozio di design di lusso Newyorkese che aveva in vetrina un divano ricoperto di pelle di struzzo.

Il mobile colpì moltissimo Hatfiled, da cui prese spunto per la creazione della stampa Safari, che è essenzialmente la sua versione della pelle di struzzo.
Nonostante la risposta ricevuta in azienda fu poco entusiastica, Nike produsse l’Air Safari Pack, che comprendeva l’Air Max 1, l’Air Trainer 1 e l’Air Sock. Il pattern, così lussuoso eppure versatile da poter essere indossato tutti i giorni, diventa in poco tempo un caposaldo del brand, apprezzato anche da Hidefumi Hommyo, founder di Atmos, che, in collaborazione con Nike, realizzerà uno dei modelli più belli e amati di sempre: le Atmos x Nike Air Max 1 “Safari”, nel 2002.
Da quel momento, il safari print verrà riproposto su tantissimi modelli, dalle Nike Foamposite alle mitiche Air presto.