Sipario: Alessandro Michele lascia il palcoscenico di Gucci.
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Dopo la vertiginosa pirouette di Raf Simons che chiude definitivamente il brand a suo nome, l’ultimo coup de théâtre appartiene ad Alessandro Michele che lascia per sempre Maison Gucci: l’ultima scena, l’ultimo inatteso atto che chiude una serie durata otto anni. Standing Ovation, scroscianti applausi, commozione.

Il direttore artistico ha rivoluzionato l’identità del Brand, facendo riscoprire a Gucci stesso, e a tutto il mondo, le sue gloriose radici.

Il Valzer frenetico della moda ci fa girare ancora una volta la testa.

Dopo la vertiginosa pirouette di Raf Simons che chiude definitivamente il brand a suo nome, l’ultimo coup de théâtre appartiene ad Alessandro Michele che lascia per sempre Maison Gucci: l’ultima scena, l’ultimo inatteso atto che chiude una serie durata otto anni. Standing Ovation, scroscianti applausi, commozione.

 

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Ancora una volta, la scintilla creativa ha dovuto cedere il passo – elegantemente – alle fredde cifre del Business, l’imperturbabile prospettiva del gruppo Kering non si concede retoriche poetiche, neanche quando il protagonista, per cinque semestri consecutivi, ha fatto fatturare al marchio oltre i 10 miliardi di euro; poi ha cominciato a rallentare: la crescita del 18% dell’ultima trimestrale non ha convinto nessuno.

Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà.”

Scrive Michele mentre si inchina verso un pubblico che non si vede, ma immaginiamo profondamente commosso.

Rinunciare al suo genio creativo vuol dire che i mercati vincono sempre, che la continuità nel mondo della moda non è un valore e l’identità di un brand è solo un concetto volatile, modificabile in base al profitto?

Non vogliamo pensare in questi termini e, al di là del mero calcolo, desideriamo semplicemente celebrare la dimensione del sogno che Alessandro ha donato nei suoi otto anni in Gucci, la visione da outsider, a volte naïve, altre volte maliziosa di uno stile identitario romantico che appartiene a lui e alle persone che, come lui, credono nella bellezza.

Ripercorriamo in questo editoriale alcune delle sue campagne e collezioni più iconiche, che hanno definito l’identità di Gucci più autentica degli ultimi anni, infondendo un imprinting profondo difficile da dimenticare (e superare).

Gucci FW17 Campaign

Exquisite SS22 Gucci Campaing

Gucci Hallucinations Holiday 2017

Gucci Pre-Fall 2019

Gucci 2018 Tailoring campaign protagonista Harry Styles

Gucci Love Parade SS2021 Campaing con Jared Leto, Miley Cyrus and Snoop Dogg.

Testo: Manuela Palma

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