Il mondo piange Vivienne Westwood, l’ultima ribelle della moda.
Anticonformista, ribelle, attivista. Giovedì 29 Dicembre il mondo ha dovuto dire addio a Vivienne Westwood, pioniera della moda Punk, che nel fiore dei suoi anni e fino alla fine dei suoi giorni ha combattuto per salvare il nostro Pianeta, sensibilizzare le persone nei confronti degli animali e spornarli all’acquisto coscienzioso:
“Compra meno, scegli meglio e fai durare a lungo ciò che compri. Punta sulla qualità, non sulla quantità.”
Nata a Tintwistle, contea del Derbyshire, in una famiglia di operai, inizia la sua carriera da designer autodidatta a soli 17 che la porterà, non molto tempo dopo, ad aprire il suo primo store al 430 di King’s Road: la leggendaria Boutique “SEX”.
Qui, in collaborazione con Malcom McLaren dei Sex Pistols, coltiverà le piante carnivore del Punk Inglese, facendo germogliare quella controversa sottocultura che avrà vita breve, ma sarà profondamente impattante per la società inglese e il mondo.

Con la pelle nera, le catene e i tessuti strappati tenuti su alla meglio con spille da balia, Vivienne ha fatto a pezzi il perbenismo britannico, esplorando con il suo bagaglio anticonvenzionale tutte le possibilità dello stile; vestendo generazioni di giovani ribelli, con pelle e borchie prima, e corsetti, panier e reggicalze, poi.
Vivienne lascia in eredità un messaggio da tenere stretto: essere se stessi, nient’altro. Celebrare la propria autenticità attraverso il rituale-manifesto degli abiti che indossiamo. Lei, che fino alla morte ed anche in punto di morte ha lottato contro l’inquinamento globale, i diritti degli animali, la disuguaglianza di genere, rappresenta uno degli ultimi baluardi della ribellione che si fa moda: un’interpretazione contemporanea della nostra società attraverso abiti senza tempo, iconici.

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La sua inesauribile energia combattiva si è espressa in tutti i modi possibili: dalle dichiarazioni pubbliche alle manifestazioni per mobilitare l’opinione pubblica. Memorabile è la sua collezione “Climate Revolution” del 2021, accompagnata dalla stesura di un Manifesto chiamato “Voglio che mi aiutiate a salvare il mondo, ma non posso farlo da sola”, con il quale voleva mobilitare l’attenzione internazionale sul tema dell’ecologia e spronare le nuove generazioni a salvare il pianeta.
Ripercorriamo in questo editoriale le tappe più memorabili della sua strabiliante carriera, attraverso le collezioni più significative grazie ai quali ha ottenuto riconoscimenti straordinari, guadagnandosi il rispetto e l’apprezzamento del mondo intero, oltre al titolo di Dame of the British Empire.