Come la Cultura Rave di fine anni ’80 ha influenzato la moda Streetwear.
Questo editoriale indaga su come il movimento culturale della Second Summer of Love abbia plasmato in modo tangibile il panorama della moda streetwear e su come i suoi elementi distintivi si riflettano ancora oggi.
Nascita del movimento Second Summer of Love.
La rivoluzione è iniziata, come tutte le rivoluzioni che si rispettino, il racconto si apre con un viaggio “iniziatico”: quattro ragazzi con la passione per il Djing – Paul Oakenfold, Johnny Walker, Danny Rampling e Nicky Holloway – nel 1987 si imbararono per Ibiza alla ricerca di qualcosa di più di sole e party.
A San Antonio, prima che la città diventasse la destinazione intrisa turismo dozzinale e pop che è oggi, i quattro si imbatterono in un altro DJ inglese trapiantato lì, Trevor Fung.
Fung era un viver e un habitué dell’isola, introdusse i suoi connazionali a due cose che, combinate, diedero inizio Rave Culture: l’Amnesia, il primo clubbing all’aperto e la droga ecstasy.
Quando fecero ritorno in UK, i quattro ragazzi portarono con loro la visione di una nuova esperienza di clubbing, sullo sfondo di una politica di destra conservatrice e fortemente restrittiva capitanata da Margaret Thatcher, che tentava in tutti i modi di arginare il dilagante fenomeno dell’Ecstasy nel Regno Unito.
Come forma di ribellione e atto liberatorio volontario, nacque un nuovo movimento culturale che si riuniva per celebrare e ballare l’Acid House, inizialmente nei club al chiuso, poi in capannoni, o tra i boschi e in spazi nella natura.
Diffusione della Rave Culture
Nasce la Rave Culture e la cosiddetta Seconda Estate dell’Amore: un momento culturale breve ma fondamentale, che svanì appena due anni dopo. Anche se considerata una meteora nel panorama delle sottoculture mondiali, l’influenza della Second Summer of Love sulla cultura dei club, sulla musica dance e – come vogliamo sottolineare in questo editoriale – sul mondo della moda, si fa ancora sentire 35 anni dopo.
L’eredità nella moda Streetwear
Il patrimonio di questo movimento non si limita a una discendenza musicale: questo stile è diventato un riferimento nonché punto di partenza nell’industria della moda streetwear più alternativa. Lo stile Rave Culture o Second Summer of Love è rintracciabile in tantissime collezioni e brand Streetwear, nonché in modelli di Sneakers come adidas Spezial oppure l’iconico stile outdoor di Nike ACG. Marchi come Cactus Plant Flea Market, Market (EX Chinatown Market), Pleasures, Aries, Dreamland Syndacate – solo per citarne alcuni – hanno tutti riproposto l’onnipresente motivo della faccina sorridente, iconico dell’Acid House, non solo.
Lo stile Rave di quel periodo derivava dalla funzione ben specifica, piuttosto che da una scelta di stile. I pants erano larghi, così come le T-Shirt, perché nei club faceva molto caldo; quando la rave culture si spostò negli spazi aperti o semi aperti – come capannoni, pinete o boschi – a causa dei tantissimi divieti da parte governo inglese, i ravers iniziarono ad adottare un abbigliamento tecnico outdoor, per far fronte alle temperature, talvolta molto basse, all’aperto di notte.
Fu così che lo stile outdoor prese il sopravvento: quindi giacche e gilet tecnici, pants cargo, sneakers comode e shirt a maniche lunghe.
Come ha spiegato Fiona Cartledge, designer e proprietaria dell’influente store della scena rave londinese “Sign of the Times”, lo stile Acid House era anche un naturale rifiuto verso la moda che lo aveva preceduto, ovvero: “una reazione ai look griffati degli anni ’80 che lo avevano preceduto” e l’emergere di marchi alternativi come Stüssy, Komodo e Mash, oltre diversi capi importati dalla Thailandia e da Bali. Pattern Baik erano ovunque, così colorati e acidi, proprio come la Seconda Estate d’Amore.
In realtà il look era molto più vario di come viene ricordato oggi e il problema è nell’archivio storico dell’epoca, che riflette solo una prima parte della scena, quella del primo periodo caratterizzato dal look Ibiza-hippie. Il 1990 vide un’infinità di look e stili Acid House: pantaloni di pelle e stivali da motociclista, salopette e le magliette “Care Bear” di Vivienne Westwood come forte simbolo dell’epoca. Molte grafiche su t-shirt e accessori riflettevano i simboli sulle pasticche di ecstacy, come stelline, cuori, arcobaleni, lettering e personaggi noti dei cartoni e dei fumetti.
L’etica e la coesione della Second Summer of Love.
Il punto di forza della Second Summer of love era certamente la coesione, in un periodo storico divisivo per la Gran Bretagna. La scena ruotava intorno all’incontro tra persone, in un paese perennemente arrabbiato, e in lotta gli uni contro gli altri. Parte della popolazione era sconvolta dal caos che le politiche del governo Thatcher stavano causando, e molte città della classe operaia stavano portando ancora le cicatrici di quell’epoca. Quell’estate del 1988 la Gran Bretagna stava cambiando: il governo Thatcher sarebbe stato rovesciato alla fine del 1990 e uno stato d’animo più ottimista stava per investire il Paese.