Jeremy Scott annuncia ufficialmente che lascerà il suo ruolo come direttore creativo della Maison Moschino, un viaggio iniziato alla fine del 2013.
Dieci anni che hanno contribuito a rinvigorire l’immagine e le sorti del marchio italiano; la notizia lascia tanti interrogativi sul futuro del designer, della Maison di Franco Moschino e sulle ragioni che lo hanno spinto a prendere questa drastica decisione.
Jeremy Scott ha descritto il suo ormai ex incarico come “una meravigliosa celebrazione della creatività e dell’immaginazione”, accennando a progetti futuri, sui quali non ha rivelato null’altro. Dieci anni fa, entra a far parte della casa di moda italiana succedendo a Rossella Jardini, raccogliendo un’eredità non semplice: la designer, infatti, stava portando alta la fiaccola intrapresa da Franco Moschino, di cui Scott, con il suo gioco e la sua ironia, ha saputo coglierne l’umorismo e la leggerezza, ri-portando il marchio in alto alle vendite del Gruppo Aeffe.

Il mercato ha reagito all’uscita di Scott con sorprendente approvazione, facendo salire le azioni della società madre del 3,05% per chiudere a 1,15 euro alla Borsa Italiana. Una decisione figlia dei tempi, dunque, fatto di passaggi e trasformazioni epocali che stanno colpendo il mondo della moda. Già da qualche tempo, i grandi marchi stanno cambiando pelle, per adattarsi alle logiche di mercato, in un settore prettamente incentato sulle vendite e che mette al di sopra di tutto, la richiesta dei clienti.
Consumatori che, in una fase in cui si riscoprono il minimalismo, la pulizia di linee e la sartorialità, potrebbero volere qualcosa di diverso, meno sgargiante e più chic. Come ha commentato Massimo Ferretti, presidente del gruppo Aeffe: “il marchio deve trasformarsi, essere meno giocoso e più chic, più sottile, magari qualcuno che abbia competenze di couture”.
Da questa dichiarazione si evince che il matrimonio artistico andato avanti fino a ora, non ha più la stessa visione d’insieme; Jeremy Scott resta un visionario, fortemente ispirato dalla Pop Art Americana e il brand, ora, va ripulito dalla sua estetica Gamecore, per abbracciare qualcosa di forse più spendibile, sicuramente più omologato a tutti gli altri grandi colossi della moda.
Che Scott non abbia ascoltato il pubblico a favore del proprio estro creativo? Probabile. Ciò non toglie che il suo lavoro verrà ricordato come il più stravagante e audace degli ultimi anni.
In questo editoriale faremo un veloce viaggio della sua carriera in Moschino, attraverso le collezioni più indimenticabili di sempre.