Il vestito Spray di Coperni chiude la Paris Fashion Week SS23.
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Coperni torna a far riflettere su dove può spingersi la creatività, tra sogno e pragmatismo, concept portato in scena già da Alexander McQueen con l'iconica sfilata del 1999.

Sul corpo di Bella Hadid si è materializzato un abito in soli 10’ min.

Coperni scrive un altro capitolo della storia del costume, unendo arte, tecnologia e performance.

Si è conclusa con un colpo di scena l’ultima giornata delle sfilate parigine SS23: il corpo statuario di Bella Hadid è stato il “manichino” sul Coperni ha realizzato il primo vestito spruzzato dell’industria della moda, in quella che si è rivelata una vera e propria performance d’arte.

La modella ha fatto il suo ingresso in biancheria intima su uno stage essenziale, con soli due erogatori di pittura spray; subito dopo sono arrivati due tecnici che armati di pistole spray, hanno iniziato a erogare su tutto il suo corpo un liquido bianco. Il materiale, a contatto con il calore del corpo di Bella, ha iniziato a cambiare consistenza, solidificandosi. Il tocco finale è stato dato da una terza assistente, che ha eliminato i filamenti in eccesso, tagliato e abbassato le spalline e aperto uno spacco con le forbici.

La “seconda pelle” bianca  sul corpo della modella ha finalmente preso le sembianze di un abito da sera, che ha quindi mostrando in sala, tra sguardi stupiti e applausi scroscianti.

L’abito “magico”realizzato in appena 10 minuti – in realtà è stato il frutto di un lavoro di sei mesi da parte del team di scienziati della Fabrican Ltd., azienda ideatrice della fibra liquida. Una lega di polimeri, biopolimeri e solventi ecologici, che a contatto con una superficie si solidifica in una materia simile alla pelle scamosciata, che può essere modellata e lavorata con facilità.

 

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L’idea rivoluzionaria che sta dietro la performance è quella di introdurre la fibra spray a lungo termine in diversi ambiti della nostra vita: nell’industria della moda potrebbe essere utilizzata per riparare abiti danneggiati, per realizzare costumi di scena in velocità, oppure creare una nuova estetica; mentre nel campo medico realizzare calchi o bende sterili con una semplice bomboletta.

«Non guadagneremo soldi grazie a questo, ma è stato un momento meraviglioso, un’esperienza che avrà suscitato delle emozioni»: questo il commento di Sebastien Meyer, fondatore della maison di moda insieme a Arnaud Vaillant.

Con questa performance, Coperni torna a riflettere sul fin dove la creatività può spingersi, tra sogno e pragmatismo, concept portato in scena già da Alexander McQueen con l’iconica sfilata del 1999, quando due braccia robotiche spruzzarono vernice su Shalom Harlow.

La modella era in piedi su una piattaforma di legno girevole, vestita con un semplice abito di carta bianca a più strati, mentre ai lati due dispositivi meccanici provenienti dalle fabbriche della Fiat, utilizzati per la verniciatura delle auto, iniziarono a spruzzare vernice gialla e nera sul suo vestito.

Shalom Harlow inizia così una performance commovente, mentre cerca di difendersi dalle spruzzate di colore, generando un improvviso e delicato balle mécanique. Si chiuse così la sfilata della collezione N°13 SS99 firmata da Alexander McQueen, tra sguardi increduli ed emozione dell’art performance.

Se la performance non è nulla di nuovo, lo è sicuramente l’obiettivo a lungo termine dei due designer di Coperni, che hanno fatto da apripista ad un materiale innovativo, che cambierà le nostre vite in meglio.

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