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Dr. Martens: il boot che fa tendenza dal 1960.
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Durante le frequentissime rivolte dagli anni '60 agli '80 a Londra, tutti indossano Dr. Martens: i militanti di sinistra il modello 1461, i poliziotti il1460 i poliziotti e gli Skinhead il 1914 o 1940.

Da statement delle sottoculture inglesi degli anni ’70 e ‘80 alle celebrities di oggi, le Docs sono sempre sulla cresta dell’onda.

Quando, nel 1964, Pete Townshend degli Who indossa per la prima volta un paio di Dr. Martens modello 1420 a 14 buchi di colore nero, l’iconico scarponcino, progettato per i lavoratori delle fabbriche, viene immediatamente adottato dalla comunità Mod, che lo elegge come status symbol imprescindibile della sottocultura.

Più tardi, diventeranno la componente più importante dell’abbigliamento degli skinhead, alla quale presteranno un’attenzione quasi ossessiva, tenendoli sempre lucidati e ben curati, scegliendo la versione più alta della serie e spesso rafforzando la punta con un inserto in acciaio. Per gli hard mod, prima, e gli skinhead, poi, l’utilizzo dei Dr. Martens rappresenta una rivendicazione della loro appartenenza proletaria.

Quando gli Skinhead iniziano a ad assumere una posizione sempre più destrofila, la sinistra del Regno Unito adotta la versione a tre buchi: il modello verrà identificato con la lotta sindacale e la cultura progressista, grazie al parlamentare Tony Benn, che le indosserà in pubblico.

Possiamo dire che la fortuna dello scarponcino minimale più famoso al mondo è avvenuta grazie ai personaggi famosi che l’hanno indossato, ma non solo. In base al modello e ai buchi, è evidente anche lo schieramento politico di chi le sfoggia: un potere che pochi oggetti hanno avuto il privilegio di avere.

Durante le frequentissime rivolte dagli anni ’60 agli ’80 a Londra, tutti indossano Dr. Martens: i militanti di sinistra il modello 1461, i poliziotti il1460 i poliziotti e gli Skinhead il 1914 o 1940.

Negli anni 70 arrivano chiaramente i Punk, che assieme alle sneakers – soprattutto le Converse Chuck Taylor indossate dai Ramones – e alle brothel creeper, indossano il modello 1461 e ben presto il binomio Punk/Dr Martens sarà indissolubile.

Dopo la breve parentesi del Punk, lo scarponcino più iconico di sempre arriva ai piedi delle sottoculture Ska, New Wave, Psychobilly, Goth, Grunge fino ad arrivare al Brit-Pop anni ’90, che vedrà colori come il blue e il rosso tra le file degli adolescenti di tutto il mondo.

Con il declino quasi definitivo delle sottoculture e della cultura underground della metà degli anni ’90, fino ai primi anni duemila, le Dr. Martens vivranno la prima fase calante della loro storia, per poi tornare in auge nel 2017, ma questa volta non si indentificheranno più con una specifica comunità di nicchia.

Le Dr. Martens oggi.

Nel 2019 il brand lancia la nuova campagna globale per la stagione Autunno/Inverno intitolata Tough as You, una comunicazione incentrata sul promuovere il continuo miglioramento di sé stessi e la forza della diversità. Negli ultimi anni il marchio è diventato sinonimo di stivali essenziali, senza fronzoli, e per questo, amato e indossato da tutti, a prescindere dallo stile: da Tyler, the Creator, a Irina Shayk, fino ad arrivare al professore universitario, al cameriere di un ristorante o al benzinaio di quartiere.

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