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“Napoli, Napoli, Napoli” di Brett Lloyd.
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Le facciate delle case fatiscenti, lo scintillio del Mar Tirreno che crea un gioco di chiaro-scuro con l'abbronzatura bruciata dei suoi abitanti, dopo una caldissima giornata estiva trascorsa sugli scogli.

Il fotografo inglese dedica una lettera d’amore e di dolore alla città di Napoli.

Questo è il racconto per immagini di un giorno d’estate trascorso a Partenope.

Ne cattura la bellezza lirica, gli sguardi vibranti e curiosi dei suoi abitanti, la latente malinconia.

Nel mese di Luglio 2010, Brett Lloyd – fotografo di moda già famoso in tutto il mondo – si trova di passaggio a Napoli, diretto verso l’elegante Sorrento. Il destino vuole che perda il treno diretto in Costiera Amalfitana, restando bloccato in città per un giorno intero. Qui, il suo sguardo allenato alla bellezza si posa su ogni piccolo particolare e, nei pressi della stazione Garibaldi, si mette alla ricerca di un alloggio per la notte.

La sua attenzione si focalizza sull’umanità che popola le stradine e i vicoli stretti del centro, i volti febbrili, pieni di vita, amore, tristezza. Ne resta immediatamente ipnotizzato.

Dopo questa esperienza, Lloyd decide di trascorrere ogni estate a Napoli, spesso per lunghi periodi.

Qui ha raccolto, nel corso degli anni, un repertorio fotografico da antologia, che mescola l’estetica delle foto di moda a quelle antropologiche dei fotoreportage. Negli ultimi cinque anni, Lloyd si è focalizzato principalmente sulle varie comunità che compongono la “biodiversità” cittadina: anziani pescatori che ancora escono in mare alle 5:00 del mattino, ai femminielli che si riuniscono fuori ai bassi dei Quartieri Spagnoli, ai giovanissimi che si arrampicano sugli scogli di Mergellina.

L’intento di Brett Lloyd è sempre stato quello di far vedere un altro aspetto della città, quello meno visibile e celato, spesso seppellito dalla coltre di notizie di cronaca nera e degrado urbano; descrivere, tramite le immagini tutte in bianco e nero scattate con una Rolleiflex degli anni ’60, l’alchemico incontro tra passato e presente, accattivante e vivace.

Sfogliando le 180 pagine del libro, è proprio questa atemporalità a colpire maggiormente, che prende ispirazione dal cinema neorealista italiano di cui Lloyd è grande estimatore: si rintracciano “I ragazzi di vita” di Pasolini,

Le facciate delle case fatiscenti, lo scintillio del Mar Tirreno che crea un chiaro-scuro con l’abbronzatura bruciata dei suoi abitanti, dopo una caldissima giornata d’estate trascorsa sugli scogli.

Alcuni riferimenti di Lloyd sono meno evidenti e più altisonanti, come i famosi diari del Viaggio in Italia di Goethe, alla scuola pittorica napoletana del XIX come Vincenzo Gemito e le sue statue di bronzo dei giovani pescatori di Posillipo.

Per tutti coloro che non conoscono Napoli, il fotografo dice:

“Voglio che chi veda questo libro arrivi all’ultima pagina, vada su Skyscanner e compri subito un volo per Napoli. È questo che voglio che accada”.

Brett Lloyd

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