Come è cambiato il Burning Man nel corso degli anni?
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Definirlo semplicemente un Festival è riduttivo: il Burning Man è un’esperienza che accade una sola volta nella vita.

Il Burning Man ha più di 30 anni, eppure continua ad affascinare. Scopri le differenze con le edizioni passate.

Una Comunità Cosmopolita si riunisce tutti gli anni nel Deserto del Nevada per vivere un’esperienza immersiva, tra danze tribali, arte DIY, tempeste di sabbia e massicci falò.

Il suo nome è il Burning Man.

Il Burning Man Festival è uno degli eventi più misteriosi e originali del pianeta: dal 28 Agosto al 5 Settembre, dal 1991, decine di migliaia di persone popolano una metropoli temporanea fatta di tende, camper, architetture, opere d’arte, costruzioni effimere, carovane, che si estendono per oltre 8mila metri quadrati presso Black Rock City, un deserto sconfinato situato nel nord-ovest del Nevada.

Lo scopo del Burining Man è quello di ritrovare se stessi, ed è ciò che dice ogni singolo partecipante se gli si chiede del perché è lì.

Ri-trovare se stessi e liberarsi dalle castranti regole della società: una fuga necessaria dalla vita frenetica della città, dalla febbrile corsa al guadagno e al consumo; al Burning Man, infatti, è vietata ogni moneta di scambio e consentito solo il baratto o la donazione.

Un mood molto Hippie, dove vige un’anarchia super rispettosa, è consentito – infatti – l’uso delle droghe, si organizzano orge in aree specifiche, destinate solo a chi vuole abbandonarsi a questo tipo di pratica, saluti al sole, riti ancestrali e workshop di filosofie orientali.

Ad ogni partecipante viene consegnato un manuale, dove sono illustrate le regole della comunità, in cui i limiti di convivenza sono in realtà rigidissimi. Ognuno deve badare alla propria sussistenza, portando cibo, elettricità ed acqua a sufficienza per vivere 8 giorni nel bel mezzo del nulla, dove le temperature raggiungono anche i 40° gradi e non esiste alcun segnale per i cellulari.

La responsabilità civica e ambientale è imprescindibile: la comunità si impegna a lasciare tutto pulito alla fine del festival, come se l’uomo non avesse mai vissuto intensamente in quei luoghi, per 8 intensi giorni. Ogni cosa viene raccolta dalla sabbia, anche la più insignificante e portata via dal deserto.

Definirlo semplicemente un Festival  – infatti – è riduttivo: il Burning Man è un’esperienza che accade una volta nella vita.

Si celebra l’arte e l’espressione personale, attraverso installazioni estemporanee Site Specific che vengono distrutte l’ultimo giorno, il sabato. Grazie alle sovvenzioni artistiche, programmi di mentorship e di gestione dell’arte, la missione di Burning Man Arts è quella di cambiare il paradigma dell’arte da oggetto mercificato a esperienza interattiva, partecipativa e di condivisione creativa.

Burning Man Arts agisce sulla base della convinzione che l’arte interattiva, inclusiva e guidata dalla comunità sia vitale per una cultura fiorente: ogni opera è realizzata con materiali riciclati e assolutamente non tossici, in modo da poter essere incendiati durante la notte del grande falò dell’omino che dà il nome al Festival.

Se lo spirito autentico di libertà ed espressione libera del BM non è cambiato nel corso degli anni, il festival ha raggiunto una popolarità tale da aver modificato alcuni fattori strutturali e pratici della sua essenza, che abbiamo potuto confrontare con le edizioni del passato, grazie alle testimonianze raccolte da chi l’ha vissuto dalla prima ora.

Ecco in che modo è cambiato il BM, nel corso dei suoi 31 anni di vita.

Spettacolarizzazione.

 

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Il BM ha sempre rifuggito ogni tipo di spettacolarizzazione pubblica: i dispositivi come telefonini, videocamere e fotocamere vengono passati al setaccio all’entrata del festival, e il comitato organizzatore deve dare l’autorizzazione alla diffusione di materiale video-fotografico.

Con l’aumento della popolarità del Burning Man, il materiale video-fotografico diffuso sui social è quadruplicato negli ultimi anni, snaturando – di fatto – l’appeal misterioso che ha sempre avvolto l’evento.

Moneta di Scambio.

Come abbiamo detto, non è ammesso né accettato il denaro come moneta di scambio, anche se negli ultimi anni il mercato nero tra servizi e merci è in grossa crescita: senza destare attenzione da parte degli organizzatori, pena l’espulsione immediata, molti ricorrono alla moneta contante per acquistare beni di prima necessità, nonostante il manuale lo vieti.

Espressione personale.

Se prima l’outfit era non pensato né studiato, ma frutto di una libera espressione di sé, da qualche anno i partecipanti stanno modificando il proprio look verso una versione fashion dello Steam Punk, vestendo capi sempre più elaborati, pronti per essere scattati e postati sui social: un altro segno del cambiamento dei tempi e del pubblico del Burning Man.

In alto: partecipanti del BM negli anni 90.

In alto: partecipanti dei BM oggi.

Intrattenimento.

Ciò che ha sempre caratterizzato il Burning Man è stata l’assenza di ospiti illustri: ognuno poteva improvvisare un dj set, un concerto o suonare le più improbabili strumentazioni realizzate al momento.

Da un po’ di tempo, la line up del BM si compone di nomi altisonanti come Carl Cox, Flume, Skrillex, solo per citare quelli dell’ultima edizione. L’evento è passato dall’essere un fenomeno DIY – che tra le altre espressioni d’arte comprendeva anche quella musicale – ad un festival sempre più simile al Coachella.

Dai uno sguardo al docufilm Burning Man del 1998 e facci sapere cosa ne pensi di questo passaggio generazionale, sei pro o contro?

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